“Ringrazio per la possibilità di svolgere un approfondimento su questa materia. L’ho già fatto in diverse regioni, perché voglio sfatare la mistificazione e falsificazione rispetto ai contenuti e ai numeri, che si sta attuando”. Così il ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha risposto a una domanda nel corso dell’incontro che si è svolto oggi pomeriggio nella settima Commissione del Consiglio regionale del Piemonte. Erano presenti diversi consiglieri regionali, sindaci e presidenti di Provincia.
“Non posso accettare – ha proseguito – che mi si accusi di voler spaccare il Paese: sono assolutamente convinto che l’Italia oggi abbia molte divisioni che vanno sanate. Inoltre, la propaganda sui numeri che spesso si fa non è corretta. Non è giusto che ci siano osservatori o associazioni che diffondono numeri sbagliati o mischiati a piacimento”.
Parlando del “necessario processo verso l’autonomia differenziata”, ha sottolineato che può essere attuato “cum grano salis. Per esempio, ho visto che il Piemonte chiede 17 materie, come fanno anche altre Regioni – ha continuato il ministro – ma sono molte di più, considerato che spesso sotto una dicitura si comprendono diverse altre competenze. Quindi, il mio consiglio è che le richieste possono anche non contenere tutte le materie insieme. Altrimenti l’impatto può essere difficile, si possono creare ostacoli. In generale, poi, le regioni devono dimostrare il merito, i conti in ordine e devono far vedere d’avere amministrato bene quanto a loro disposizione. Quando mi si chiede: le voglio tutte e tutte insieme, rispondo: sei in grado di reggere tutto questo subito?”
Il presidente della settima Commissione Autonomia, Riccardo Lanzo, che ha voluto l’incontro, nell’introdurre i lavori ha definito questo “un momento unico per il Consiglio regionale e per la Regione. Non si era mai verificata la circostanza di un ministro venuto in Commissione a discutere di un provvedimento: questo ci spinge ancora di più a seguire il percorso dell’autonomia, un vocabolo non astratto ma un progetto politico e amministrativo concreto”.
Il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha aggiunto: “Questa è la legislatura dell’autonomia. Oggi è una giornata importante per tutti, al di là di appartenenze e ruoli, perché con l’approvazione della legge quadro da parte del Governo, è iniziata una fase nuova del processo di autonomia differenziata. Uno step che vede la Regione confrontarsi con il Governo per definire le materie e le relative risorse, e che vede iniziare il confronto fra le strutture della Regione e quelle dei Ministeri per definire in modo puntuale la divisione delle competenze e anche i risparmi di risorse che potremmo avere”.
Il presidente della Regione Alberto Cirio, ha spiegato di essere “grato al ministro Calderoli perché per la prima volta il Consiglio dei ministri ha dettato delle regole chiare, con le giuste garanzie perché questo non diventi uno strumento di disuguaglianza. Al contrario, l’autonomia differenziata può essere uno strumento che lima le possibili storture e divisioni che oggi esistono tra le Regioni. Noi amiamo l’Italia e la sua bandiera: siamo convinti che la Costituzione vada attuata tutta e sappiamo che autonomia vuol dire responsabilità. Il fatto che sia proprio la nostra Carta costituzionale a prevedere l’autonomia differenziata, è anche la migliore garanzia per tutti i cittadini del nostro Paese. Autonomia significa risorse usate in modo più efficace e con meno sprechi, perché responsabilizza di più gli amministratori mettendo i cittadini nelle condizioni di verificare da vicino il loro operato attraverso la qualità dei servizi dati al territorio”.
Quanto alle risorse, nel suo intervento, il ministro Calderoli ha ricordato che “il ministro Fitto ha calcolato che ci sono almeno 80 miliardi di euro destinati alla coesione fermi nel cassetto che, se non vengono utilizzati entro tempi brevi, andranno persi”.
Domenico Ravetti (vicepresidente della settima Commissione) è intervenuto affermando che “l’autonomia differenziata proposta dal ministro Calderoli è una riforma che rischia di spaccare in due l’Italia che, per motivi storici e geografici, già viaggia a velocità differenti: non permetteremo che l’egoismo territoriale prevalga. Occorre eliminare la devoluzione su scuola e sanità, aprire un confronto serio e, soprattutto, scrivere insieme una riforma che, realizzata in questo modo, rischia di mettere in crisi il Paese, aumentando le diseguaglianze”.
È quindi intervenuto il capogruppo della Lega Alberto Preioni: “Ringrazio il ministro per la presenza e non vediamo l’ora che questo Ddl possa diventare legge. Il Piemonte è pronto, è in grado di efficientare la propria amministrazione anche in questo modo”.
Federico Perugini (Lega): “Il Ddl Calderoli è figlio della Costituzione, dà un punto di partenza nuovo perché è dimostrato che sinora l’Italia è stata amministrata in modo centrifugo, speriamo possa finalmente esserlo in modo centripeto”.
Paolo De Marchi (Lega): “Sarebbe importante che con l’autonomia le Regioni dispongano della possibilità di assumere personale medico nella misura è necessaria ciascun sistema e fabbisogno”.
Ha chiuso i lavori il vicepresidente della Regione Fabio Carosso: “Bene ha fatto il ministro a sottolineare come la riforma Del Rio sia stata problematica. Ben venga una riforma che possa farci tornare alle Province. È importante avere un ente intermedio che colleghi la Regione ai piccoli Comuni. Noi abbiamo il 51% di territorio montano e quindi sappiamo quanto sia importante anche rivedere la normativa che riguarda questa fondamentale fetta del territorio piemontese e italiano”.