Un’occasione di approfondimento delle tradizioni culturali della comunità piemontese d’Argentina: il libro “Ròba Piemontèisa”, scritto dal professor Ronal Leandro Comba, è entrato a far parte del patrimonio della Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco”. Si tratta di una grammatica e di un vocabolario piemontese-spagnolo castigliano e include anche testi di lettura, detti, storie e aneddoti.
L’evento di presentazione è stato al centro di un incontro in videoconferenza con l’Argentina.
“Il volume testimonia l’importanza della lingua piemontese, i cui termini sono utilizzati nella parlata di intere zone, nel mantenere e rafforzare il legame tra i piemontesi emigrati nel mondo – a cominciare dalla comunità storica presente in Argentina – con la propria terra d’origine”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia. “A tal proposito non si può non ricordare il ruolo delle Associazioni piemontesi nel mondo: a loro va riconosciuto il merito di preservare, da oltre un secolo, il legame fra il Piemonte e i nuovi paesi di insediamento, mantenendo viva un’appartenenza identitaria che trova salde radici nel nostro patrimonio culturale. Voglio altresì ricordare in questo contesto l’opera di Michele Colombino, il presidente del Museo regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel mondo, al quale è stato assegnato il Sigillo della Regione Piemonte” ha aggiunto.
Per il consigliere regionale Alberto Avetta, che ha promosso l’evento, “La Regione, senza distinzioni politiche, ha a cuore l’Argentina, che considera parte di sé”.
“Memoria del passato e prospettiva verso il futuro: è importante il mantenimento della lingua piemontese al di là dei confini nazionali ed è fondamentale il ruolo svolto dal Museo di Frossasco” ha sottolineato l’assessore regionale all’Emigrazione Maurizio Marrone.
In collegamento dal Sudamerica Martin Brook, console generale della Seconda Circoscrizione di Rosario ha affermato: “Anche io ho origini piemontesi. Il Piemonte ha dato una forte impronta all’emigrazione italiana in Argentina: sono circa 23.500 gli iscritti all’Aire, ma più di un milione le persone originarie. È soprattutto nella Pampa Humeda che i piemontesi sono stati e sono protagonisti”.
L’ex senatrice eletta nella Circoscrizione America Meridionale, Mirella Giai, si è battuta per il riconoscimento della lingua Piemontese: “Provo un’ emozione profonda, mi sento lì con voi a Torino, tra la mia gente. L’emigrazione è sempre dolorosa”. Figlia di un comandante partigiano, emigrò da Trivero nel Biellese a Rosario. Giai operò nel periodo della dittatura di Jorge Rafael Videla (la “guerra sucia”) con il console d’Italia Enrico Calamai nell’assistenza all’espatrio di centinaia di italiani, che furono così sottratti al destino dei desaparecidos.
“Ròba piemontèisa vuole aiutare i numerosi discendenti di piemontesi di tutte le età che vogliono riprendere la lingua parlata a casa da bambini, oppure impararla per onorare la memoria degli antenati”, ha spiegato il professor Comba.
A moderare i vari interventi è stato Giorgio d’Aleo, già presidente del Museo regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel mondo di Frossasco.
Sono intervenuti anche Arturo Calligaro, membro del Comitato di gestione del Museo regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel mondo; Teresita Inés Álvarez, moglie dell’autore e collaboratrice; Néstor Dalmazzo e Domingo Abbà, in rappresentanza dell’ Associazione Famiglia Piemontese di Brinkmann.
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