Su base volontaria i proprietari di auto piemontesi potranno installare sul proprio veicolo una apparecchiatura automatica (una sorta di ‘scatola nera’) che monitorerà a distanza i chilometri percorsi e lo stile di guida. Le nuove disposizioni approvate oggi, infatti, si occupano in maniera particolare del monitoraggio della circolazione dei veicoli in relazione al loro potenziale inquinante: con 27 voti a favore della maggioranza, il Consiglio regionale riunito in videoconferenza con la presidenza di Stefano Allasia, ha dato il via libera alla nuova legge in materia di inquinamento atmosferico che modifica la legge 43 del 2000 “Disposizioni per la tutela dell’ambiente in materia di inquinamento atmosferico. Prima attuazione del Piano regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria”.
In questo modo “si consente di condizionare le percorrenze dei veicoli stessi al loro effettivo potenziale inquinante, localizzandone i relativi tratti stradali”, come ha spiegato la consigliera Letizia Nicotra (Lega), relatrice di maggioranza del provvedimento.
Il progetto di controllo a distanza dei veicoli previsto dalla nuova legge è sperimentale e – per il primo periodo di applicazione – “la Regione Piemonte potrà avvalersi di sistemi già operanti presso altre Amministrazioni regionali”. Il riferimento è ad una iniziativa simile già avviata dalla Regione Lombardia con il progetto MoVe-In (MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti).
“Con questo strumento – ha detto l’assessore all’ambiente Matteo Marnati – permetteremo a chi non può cambiare l’auto con una meno inquinante di circolare comunque, e noi potremo fare dei monitoraggi. Per essere efficaci non dobbiamo essere ideologici ma concreti. In Piemonte la prima causa del Pm10 è la combustione da biomassa, non il traffico. Presto usciremo anche con una rottamazione per le caldaie a biomassa”.
I tre relatori di minoranza della legge, Marco Grimaldi (Luv), Domenico Rossi (Pd) e Giorgio Bertola (M5s), hanno fortemente criticato il provvedimento: “in questa legge non si parla nemmeno dei danni causati dall’inquinamento. Si parla soltanto di deroghe per far circolare i diesel più inquinanti, copiando scelte sbagliate già fatte da altri. L’Italia è stata condannata dalla Corte Europea per non essere stata capace di migliorare la qualità dell’aria e noi stiamo facendo il contrario di ciò che sarebbe bene fare. Non ci vogliono deroghe ma una visione più coraggiosa, comprendendo come la qualità dell’aria che respiriamo, influenzata dalla circolazione di veicoli inquinanti, sia legata anche all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo”.
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