Un Piemonte attento a tutte le province, più aperto alle opere pubbliche, che non cancellerà le cose buone fatte finora, ma che cambierà ciò che si ritiene non funzioni. Grande attenzione al lavoro, all’economia, ai trasporti pubblici e all’istruzione, meno liste d’attesa in sanità, con un annuncio: “Per l’assegnazione delle case popolari cercheremo di riequilibrare la situazione, perché con l’attuale normativa gli stranieri riescono a ottenere abitazioni pubbliche molto più facilmente degli italiani. Noi siamo per l’equiparazione, non per favorire l’uno o l’altro”, ha spiegato il presidente della Giunta Alberto Cirio, che stamane ha svolto il suo discorso programmatico nell’Aula del Consiglio regionale. Un discorso che ha ottenuto il consenso della maggioranza e i ‘distinguo’ dell’opposizione. Quanto ai grandi eventi sportivi, “istituiremo una Sport Commission, sulla falsariga di quanto fatto per il cinema con successo, in modo da partecipare alle selezioni per il maggior numero di eventi possibile”.
“Desideriamo voltare pagina nei rapporti della capitale Torino con tutti i territori – ha dichiarato Cirio – e poi puntiamo all’autonomia: per noi è un tema carissimo, non solo caro. Ringrazio il presidente del Consiglio Stefano Allasia che intende istituire una Commissione ad hoc in seno al Consiglio regionale”.
Secondo Cirio “la timidezza con cui la precedente giunta ha affrontato la questione è sbagliata. Il residuo fiscale di 10 miliardi non verrà modificato dall’autonomia, ma sarà un argomento importante in sede di trattativa. Aumenteremo anche il numero delle materie sulle quali chiederemo autonomia”.
Cirio ha poi ricordato tanti punti fondanti del suo programma elettorale, che adesso è programma di governo: dal migliore utilizzo dei fondi europei (“Abbiamo speso solo un terzo delle risorse a disposizione”) alla semplificazione e delegificazione, dall’istruzione professionale alla sanità, sino alla Tav e al terzo valico, che “sono all’ordine del giorno, senza dimenticare l’Asti-Cuneo, la Pedemontana e i tanti assi viari che dopo la mezza soppressione delle Province ora sono in stato di semi abbandono”.
Ambiente? “Le scelte vanno fatte sulla base dei dati scientifici – ha detto il presidente del Piemonte – che ci dicano se sono efficaci o meno. Quando uno pensa alla Ztl a Torino, non può paragonarsi a Milano che ha 5 linee di metropolitana che portano in centro, da noi l’unica linea non passa nemmeno all’interno della Ztl. E poi non possiamo chiedere a chi già è in difficoltà economica di cambiare auto, se non ha i soldi per farlo, senza peraltro incidere davvero sulla qualità dell’aria”.
Il capogruppo della Lega Alberto Preioni, rappresentante del Vco, ha concordato sull’idea di riportare al centro anche le province più lontane come la sua, ricordando che “il Piemonte ha un residuo fiscale di 8,5 miliardi di euro. Autonomia significa anche responsabilizzare i centri di costo e ottenere trasferimenti da stato di funzioni e risorse necessarie per esercitarle. Con l’autonomia verranno definite chiare responsabilità cancellando ripetizioni e sprechi. Apriamo stagione costituente in cui tutti gli enti locali diventino protagonisti, occorre coinvolgere anche mondo produttivo e far sì che realtà virtuose della regione diventino valore aggiunto per dare risposte a enti locali”. In tema di case popolari, “c’è la necessità di modificare la legge e le regole sui criteri di assegnazione”.
È quindi intervenuto il capogruppo Pd Domenico Ravetti, che dopo aver riconosciuto la sconfitta elettorale, ha chiarito: “Presto sarete obbligati ad andare oltre le enunciazioni di principi. Chiediamo di investire nella prevenzione, a partire dalla difesa dell’ambiente. C’è problema di sottofinanziamento del sistema sanitario pubblico, manca personale sanitario e amministrativo: il risanamento della sanità piemontese non è terminato, dovrete aprire un fronte col governo nazionale per difendere il diritto alla salute dei piemontesi. In ogni caso vi chiedo di non smontare il programma di edilizia sanitaria già impostato”.
In generale, Ravetti si è detto “disponibile a modificare la legge elettorale inserendo la doppia preferenza di genere, la rappresentanza territoriale e l’eliminazione del listino presidente”. E poi il capitolo preoccupazioni manifestate a Cirio: “È dannoso dividere le persone. In questa Italia meno solidale di un tempo, le chiediamo di non costruire nuovi muri. Sarà più facile andare a un’altra velocità se non si lascerà indietro nessuno”.
Il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola ha spiegato che “il Piemonte è arretrato in tutti i principali indicatori economici rispetto alle altre regioni del nord (Pil reale, procapite, reddito famiglie, ricerca), siamo invece ai primi posti per disoccupazione e per imprese che chiudono. I servizi sanitari non sono migliorati, anzi. Tempi di attesa eccessivi, pronto soccorsi al collasso, assenza di una programmazione sanitaria capace di riformare soprattutto la medicina territoriale e la rete ospedaliera. Analogamente si può dire sulla riorganizzazione di partecipate e personale regionale, su sociale e scuola. Il nostro obiettivo, dopo il risultato straordinario ottenuto, è quello di riportare il Piemonte ad essere traino del Nord produttivo, ad ottenere dal Governo il riconoscimento dell’autonomia differenziata, a sostenere i piccoli Comuni, le Province e la Città Metropolitana, a ridurre la burocrazia semplificando le leggi”.
Francesca Frediani, presidente del gruppo M5s, ha ricordato che “il Movimento è la forza politica che ha presentato più emendamenti sul tema dell’autonomia nella scorsa legislatura, trovo strano che la Lega non l’abbia fatto. Ci teniamo – ha aggiunto – che sia applicata in modo corretto su alcuni temi che ci stanno a cuore, come l’istruzione”. Semplificazione: “Speriamo non diventi deregolamentazione. Il testo unico della cultura è buon esempio di riferimento, è nato dal confronto col territorio, in Commissioni e poi in Aula. Ci auguriamo che stesso percorso si affronti rispetto ad altri temi, non abrogando semplicemente leggi”.
Quanto alle imprese, “ripresenterò – ha annunciato Frediani – la Pdl per il contrasto alle delocalizzazioni che non è ancora stata discussa in scorsa legislatura”.
Il presidente del gruppo Fdi Maurizio Marrone ha spiegato che è “fondamentale il sostegno alla famiglia e alla natalità. I dati Istat ce lo impongono, la situazione in Piemonte è desolante, con un calo demografico di 25mila persone in un anno. La famiglia non può essere soltanto oggetto di baruffe ideologiche, bensì il campo in cui politica fa sentire la presenza delle istituzioni a fianco delle famiglie, partendo dal quoziente famigliare, con incentivazioni fiscali e sostegno alla natalità”. Fratelli d’Italia concordano anche su autonomia “nel rispetto della coesione nazionale e del principio di sussidiarietà”, su riforma sanità e punta sulla sicurezza: “Torino è invasa dai suk con un degrado estremo in alcune aree della città. Esiste già una norma regionale per porre fine a questo degrado, bisogna ricordare che è necessario applicarla”.
Per Silvio Magliano, dei Moderati, “lo scenario è diverso da 30/40 anni fa. I flussi macroeconomici italiani ed europei richiedono di guardare a cosa accadrà non fra 5, ma fra 20 anni. È necessario un profondo cambiamento: le sfide che dovremo fronteggiare riguardano imprese e famiglie. Imprese che continuano a scommettere qualcosa che va oltre il profitto, garantendo posti di lavoro e welfare aziendale, laddove è carente quello dello Stato. Famiglie e giovani: il problema del paese non è quanta gente arriva ma quanta gente va via, tra universitari e lavoratori. Sono colpito dal silenzio assordante sul tema della disabilità e degli anziani, due categorie che andranno ad aumentare”.
È quindi intervenuto Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte), annunciando che “non assisterò in modo silente alle decisioni di questa nuova maggioranza, me nemmeno mi limito a un atteggiamento pregiudiziale”. Tra le priorità enunciate da Giaccone, i conti regionali in ordine, l’ambiente, l’edilizia sanitaria, la lotta alla disoccupazione. “Voglio capire poi – ha chiarito – come si concilierà la concezione europeista di Cirio con la visione euroscettica di larga parte della sua maggioranza”.
Marco Grimaldi (Luv), ha esordito dicendo che “se siamo qui in opposizione, vuol dire che non siamo riusciti a fermare l’onda nera in Piemonte. Se abbiamo perso è perché la gente non ha trovato sufficiente il nostro cambiamento: come i disoccupati o sottoccupati che non sono neppure andati a votare”. Grimaldi ha assicurato che “faremo opposizione di sana e robusta costituzione contro una maggioranza in cui il Presidente Cirio, mite democristiano, si accorgerà di essere il buco con la Lega intorno”. “Ci batteremo – ha concluso Grimaldi – per non far arretrare le nostre conquiste: il diritto allo studio, il Fondo salva sfratti e salva mutui, il contrasto al gioco d’azzardo patologico, la difesa della 194: rimarremo regione Pillon free”.
È quindi intervenuto l’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino: “Vi auguro, da piemontese, di fare meglio di quanto abbiamo fatto noi – ha detto -. Abbiamo preso la Regione in semi fallimento per bilancio e sanità e l’abbiamo rimessa in grado di camminare con le proprie gambe”. Rivolgendosi direttamente a Cirio e apprezzando “la sua presenza su realtà di crisi più significative”, gli ha però ricordato che Fca “ben che vada inaugurerà la linea della 500 elettrica a Mirafiori, che al massimo farà 50mila pezzi l’anno, mentre lo stabilimento per vivere ha bisogno di 200mila unità”. Inoltre “il progetto del polo del lusso sta segnando il passo”.
Quanto alle Olimpiadi, va bene cercare di “rientrare con dignità” e in tema di autonomia ci può essere accordo, ma “questo non c’entra con il federalismo fiscale di cui parla Preioni”. In tema di case popolari, poi, Chiamparino ha chiosato spiegando che “non possiamo contrapporre i diritti esigibili alle etnie e alle nazionalità. Ciò significherebbe fare passi indietro nella civiltà e su questo saremo inflessibili”.
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