Dopo la manifestazione di Torino dello scorso 27 settembre, in contemporanea con altre 160 città italiane, in cui migliaia di ragazzi hanno partecipato al Friday for future, il Consiglio regionale ha deciso di dedicare una giornata d’Aula al tema dell’ambiente. Una giornata nella quale, all’intervento dei ragazzi di Friday, sono seguiti quelli delle diverse associazioni ambientaliste presenti in Piemonte, degli Atenei, degli enti locali e associazioni di categoria e dei consiglieri regionali.
“Siamo qui oggi – ha esordito Niccolò Lanfranco, lo studente piemontese che ha parlato per Friday for future – per chiedervi di prendervi le vostre responsabilità, in qualità di politici, di rappresentanti, di adulti, di genitori, di umani. Avete delle responsabilità verso la salute dei cittadini che rappresentate. Avete delle responsabilità nei confronti della scienza, verso la nostra generazione, ma soprattutto verso le generazioni che verranno. Il 10 settembre, all’audizione consigliare siamo venuti a portarvi un messaggio. Il 27 settembre abbiamo dimostrato che quel messaggio è l’urlo di 150 mila piemontesi, 1 milione di italiani, 8 milioni di persone. Oggi ci aspettiamo una risposta. Pretendiamo che da domani questa dichiarazione venga trasformata in fatti”.
“Il tema dell’ambiente e della sua tutela non è certo nuovo nel mondo occidentale – ha dichiarato in aula il presidente del Consiglio Stefano Allasia – tanto che un autorevole dibattito tra gli esponenti del mondo scientifico è aperto da decenni. Ad essere in discussione non è infatti solamente il modello di sviluppo delle generazioni attuali ma soprattutto la crescita sostenibile di quelle a venire. L’argomento va affrontato con la massima serietà senza cedere a strumentalizzazioni superficiali o interessate. Ben venga quindi un dibattito franco, informato e costruttivo tra tutti i soggetti in grado, anche nella nostra regione, di dare il proprio, prezioso, contributo”.
Il presidente della Regione Alberto Cirio ha sottolineato che in questo mandato, la Regione “intende portare la raccolta differenziata dall’attuale 50 per cento al 65 per cento, come chiedono le direttive europee, attraverso un sistema che premierà i cittadini virtuosi nello smaltimento dei rifiuti domestici”.
Tanti gli spunti su cui investire e lavorare nei prossimi 12 anni per ridurre l’attuale livello di CO2, in collaborazione con istituzioni e imprese, proposti dalle associazioni ambientaliste come Legambiente, pro Natura e Italia Nostra: triplicare risorse per impianti fotovoltaici, azzerare consumo di suolo, piantare alberi anche dentro le città, investire in agricoltura biologica, provvedere all’isolamento termico degli edifici attraverso un fondo rotativo a favore dei cittadini a basso reddito, ridurre rifiuti. E ancora: maggiore controllo sulle discariche che inquinano le falde acquifere, implementare trasporti pubblici locali, agevolare mobilità dolce, evitare trivellazioni fossili, incentivare riconversioni e bonifiche di aree dismesse, utilizzo delle fonti rinnovabili.
A questo proposito è intervenuto anche Peter Wadhams, professore di fisica oceanica all’Università di Cambridge, spiegando che gli attuali sforzi non stanno portando a riduzioni apprezzabili delle emissioni di Co2. “Anche una riduzione a zero delle emissioni non sarebbe sufficiente, per questo ci si sta orientando a tecniche di cattura per togliere direttamente l’anidride carbonica dall’atmosfera. In Islanda stanno pensando di assorbire ciclicamente anidride carbonica e isolarla. Altro metodo studiato in California è farla diventare calcare e immetterla dentro cemento armato usato per le costruzioni; sempre in California si utilizzano gusci di pistacchio per trasformarli in ossigeno”.
Anche gli Atenei piemontesi, stanno facendo la loro parte: Politecnico di Torino, Università degli studi di Torino, Università Piemonte orientale e università di scienze gastronomiche Pollenzo, dal 2015 fanno parte della rete Rus (rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, sono 69 a livello nazionale) mettendo in comune competenze ed esperienze, in risposta al bando del ministero dell’Ambiente per la strategia nazionale sullo sviluppo sostenibile. La rete coinvolge in Piemonte circa 127 mila studenti, il 2,9% della popolazione piemontese.
Un dato in controtendenza è stato fornito da Franco Gottero dell’Ipla, l’Istituto per le piante da legno e l’Ambiente: “Negli ultimi 35 anni l’estensione dei boschi in Piemonte è cresciuta del 45 per cento, sia per superficie sia per volume. Quest’ultimo ha raggiunto i 200 milioni di metri cubi: ogni anno se ne aggiungono 5 milioni e ne viene prelevato un milione, per cui stiamo sottoutilizzando la risorsa”.
Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un documento unitario per un modello di sviluppo sostenibile ed è intervenuta anche l’Ugl. Hanno presentato le proprie istanze e proposte altresì la Città metropolitana, la Provincia del Vco, Uncem Piemonte, Arpa, Ires, Confesercenti e ha preso parte al dibattito Massimo Berutti, componente della Commissione ambiente del Senato.
Sono intervenuti al termine del dibattito i consiglieri regionali Marco Grimaldi (Luv), Giorgio Bertola (M5s), Domenico Rossi (Pd), Alessandra Biletta (Fi), Alberto Preioni (Lega), Mario Giaccone (Monviso), Paolo Bongioanni (Fdi).
Ha concluso l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, che tra l’altro ha sottolineato come “sulla raccolta differenziata il rapporto è a due velocità: Chieri e Vercelli al primo posto, Torino e Alessandria in fondo. Le industrie, gli ospedali, i cittadini producono rifiuti: è necessario lavorare a nuove soluzioni ma è importante arrivare a operare più o meno con la stessa velocità in tutto il territorio regionale”. L’assessore, in riferimento al Friday for Future, ha anche aggiunto: “I giovani hanno posto accuse, ma non hanno specificato a cosa sono pronti a rinunciare per migliorare la qualità degli stili di vita”.
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